lunedì 21 marzo 2016

Sogno di incontrarti nelle tasche

Indosso spesso la tua giacca nera. Mi calza perfetta. Segue il mio profilo, aderisce, non passano né aria né acqua e ha un cappuccio ampio che arriva fin davanti agli occhi. Mi ci infilo dentro, tiro giù le maniche fino ai pollici e fingo di essere te. Abbiamo lo stesso fisico, la stessa altezza, gli stessi nei. Mi chiudo lì dentro, nascondo il viso e chi mi incrocia non distingue i lineamenti, non vede da che parte sto guardando, un po’ come quando si indossano gli occhiali da sole, con la differenza che il cappuccio tiene al coperto anche la fronte, le orecchie, la nuca e rende vigili ma in qualche modo invisibili. Ti piaceva sentirti così, esposto ma al sicuro. Piace anche a me. Ma la cosa che più mi piace, di questa giacca, sono le tasche. Sono moltissime e so che l’hai scelta anche per questa ragione, per la sua capacità di offrire spicchi d’ombra in cui nascondere e nasconderti. È una giacca piena di segreti, con taschine minuscole e piccole cerniere che si aprono negli angoli. Non credo di averle ancora scoperte tutte, tasche nelle tasche chiuse dentro altre tasche. Sogno spesso di scoprire, insieme alla prossima, un fazzoletto o un bottone colorato, il biglietto del treno di un viaggio di cui non mi avevi parlato, qualche moneta straniera, una chiave, un autografo, la foto spiegazzata di un paesaggio. Sogno di incontrarti nelle tasche. Sogno di sorridere piano e annuire mentre mi raccontano, di te, qualcosa che non so.