mercoledì 7 maggio 2014

“Il peggio deve ancora venire” “Vaffanculo?”



Malgrado non avessi una grande curiosità in proposito ho recentemente maturato una certa dimestichezza con i riti funerari e ho imparato alcune utili accortezze che mi sento di dover condividere. Partiamo dall’assunto che i necessari atti di saluto, cordoglio e commiato li abbiamo fatti e li faremo tutti, talvolta solo per dovere, più spesso con sincero trasporto e partecipazione. Ma, detto questo, a meno che non siate consanguinei diretti o amici stretti, normalmente presenti nella vita dei coinvolti, per quando dovesse capitarvi, vi prego di seguire alcune valide indicazioni:

- alle persone vicine al defunto fa piacere vedervi, ma non ad ogni costo e ad ogni orario. Immaginate che nei tre giorni tra gli infelici accadimenti e le funzioni si presentino alla porta circa 40 persone al giorno e immaginate che ciascuna di queste si fermi tre quarti d’ora. Avete fatto i conti? La visita è gradita, l’abbraccio è sincero e quindici minuti vi sono consentiti. Le domande dettagliate sulle dinamiche del fatto sono invece inopportune e potrete farle eventualmente con calma in un secondo momento

- nonostante il dolore, i familiari avranno la necessità fisiologica di sfamarsi. Lo so che sembra incredibile ma vi assicuro che è così: il lutto non richiede il digiuno. Purtroppo, in virtù di questo malinteso, in molti decideranno di farvi visita all’ora di pranzo o cena. Se non avete modo di andare in un altro momento non scordate di portare una teglia di lasagne: per accogliere voi e tutti quelli che vi hanno preceduto non è stato possibile né fare la spesa né tantomeno preparare qualcosa da mangiare

- belli sono gli aneddoti attorno al defunto, ma le foto di quando eravate al mare insieme nel ’77 portatele più avanti, quando i familiari avranno il tempo, la voglia e anche il bisogno di ricordare con delicato stupore quel che fu

- “eh, ma li truccano”: questa è la risposta dei macellai del sentimento all’espressione “sono andata a salutarlo, sapessi com’era bello”, dove l’oggetto del discorso è la salma e il soggetto di “li truccano” è il becchino. Scusate, ma cosa importa? Truccati, struccati, con o senza il blush cosa diamine cambia? Chi ha piacere di salutare i propri cari andando a vederne le spoglie mortali non gradisce affatto sentirsi dare dalla zia Evarilda una lezione di make up funebre

- si dice “condoglianze”. Cordoglianze non esiste, non vuol dire niente. Se siete in dubbio lasciate perdere e sostituite con un “ti sono vicino”

- e poi un’ultima cosa, vi prego. Vi capiterà di fare ai parenti la seguente domanda “Come stai”. Già di per sé è una domanda cretina, ma facciamo i distinguo necessari: l’amico vero si interessa perché partecipa della tua angoscia, l’addolorato a interim chiede ma non sa di cosa sta parlando. Io me la sono sentita rivolgere questa domanda e ho anche risposto: “Mi sento bene, davvero, andrà bene”. Sapete cosa mi hanno detto? “Eh, stai attenta, il peggio deve ancora venire”.

5 commenti:

Punzy ha detto...

Eh, stai attenta, il peggio deve ancora venire”.

no vabbè

mich ha detto...

storia di vita vera eh

Jane (Pancrazia) Cole ha detto...

A 48 ore dall'evento luttuoso mi chiesero: "Come va? Sei ancora triste?"
Risposi: "Ma che cazzo di domanda è?"
Interlocutore mortificatissimo io estremamente più leggera.

Unknown ha detto...

Non mi sono mai piaciute tutte queste cerimonie, inutili tra l'altro. Purtroppo ci manca la fantasia e la libertà culturale di fare qualcosa di diverso del solito.

Io sinceramente faccio fatica a dire qualcosa ad una persona che ha perso il proprio caro, quindi, penso che sia meglio non dire niente piuttosto che dire qualcosa di cui non sei completamente consapevole.

Jan Quarius

Nella Crosiglia ha detto...

Mich cara , ho seguito con tanto interesse questo tuo post , perchè appartengo pure alla schiera di quelle che si sono trovate da poco in queste deprecabili condizioni.
I molti amici che avevamo , si son quasi tutti dileguati per paura che tu li vada a cercare per chiedere aiuto.
Evito di andare persino ai funerali per non sentirmi dire" era tanto bravo " da chi soprattutto non si poteva soffrire.
Personalmente ho digiunato per parecchio tempo perchè non trattenevo qualsiasi cosa ingurgitassi.
Isolandomi completamente ho evitato il resto, lasciando e potando solo gli amici quelli "veri" che sono meno di cinque dita.
Blog molto interessante mi sono iscritta con piacere , speranzosa anche in un tuo gradito ricambio..
Grazie e buona domenica!::))
http://rockmusicspace.blogspot.it/